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giovedì 16 febbraio 2017

Mawson e la scomparsa dei gol inglesi

Un solo gol inglese in un intero fine settimana di Premier League, in un turno che si completerà stasera con Bournemouth-Manchester City. La cosa grave è che non ci avremmo nemmeno fatto caso se la BBC, di certo non sospettabile di ipernazionalismo (anzi, di solito è criticata per i motivi opposti) non avesse dato una minima evidenza a questa statistica davvero clamorosa. Comunque in 9 partite l’unico gol inglese sui 19 segnati è arrivato da Alfie Mawson, centrale difensivo dello Swansea City, nella porta del Leicester City di Ranieri. Un buon giocatore, Mawson, arrivato l’estate scorsa dal Barnsley per 6,5 milioni di euro, un difensore che fra l’altro è in zona gol più pericoloso di molti attaccanti: non è difficile, considerando i 23 anni, ipotizzare una qualche chance di nazionale in futuro (non ci sembra peggio del più reclamizzato Stones). Va poi detto che in Inghilterra le punte di valore non mancano: da Kane a Rooney, passando per Carroll, Alli, Rashford, eccetera. Questa scarsità di gol inglesi dipende quindi in parte da situazioni specifiche (Rooney ad esempio sabato era in panchina e chi non gioca non può segnare) di infortuni e di rapporti con l’allenatore, ma questo non toglie che la Premier League stia perdendo la sua anima anche se in pochi lo fanno notare. Il rilevatore più veritiero, si dice sempre, sarebbe quello delle presenze allo stadio: 35.894 finora di media, tante in proporzione alla serie A, ma meno delle 36.452 dello scorso campionato e delle 36.176 del 2014-15, per non parlare delle 36.631 del 2013-14. Per trovare un’affluenza media inferiore bisogna risalire a cinque stagioni fa, quando già tutte le grandi realizzavano dei ‘tutto esaurito’ fissi. Ma sono ragionamenti un po’ forzati, perché ad esempio la perdita del Newcastle, retrocesso in Championship, quasi da sola si è mangiata la differenza. Come a dire: agli inglesi la Premier League per il momento continua a piacere, la cosiddetta inglesità è più un problema di Southgate e di chi (come noi, gettiamo la maschera) si è appassionato al calcio inglese quando rappresentava quasi alla perfezione una certa anima popolare britannica e non una pseudo NBA (diciamo pseudo perché i migliori veri giocano in Real Madrid e Barcellona) del calcio.

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